Da 4 anni con noi, Simone Foti è uno dei fiori all’occhiello della CDM, uno di quei punti fermi che dimostrano quanto questa società creda nei giovani e nella possibilità di far crescere, in casa, i talenti di domani.
Abbiamo incontrato Simone per fare il punto sulla conferma, in realtà mai stata in dubbio, per il suo prossimo futuro in biancoblu: ne è venuta fuori una chiacchierata in libertà che riportiamo ai nostri tifosi.

Allora Simone, il prossimo sarà per te il 5° anno con la maglia della CDM: cosa significa questo per te?
Che dire, essendo io di Genova considero la Cdm la mia famiglia: sento un senso di responsabilità molto importante ogni volta che entro in campo perché sto rappresentando la mia città, facendo quello che amo fare di più. Non c’è cosa più bella di poter giocare a questo livello, nella propria città. E per tutto questo devo solo dire grazie al nostro presidente e a tutte le persone che lavorano in società. Quindi grazie CDM sempre
Veniamo a qualche curiosità su di te: hai qualche rito pre-partita da raccontarci?
Niente di che, mi preparo tutta la roba per la partita sempre nello stesso ordine e posizione e poi, prima di entrare in campo, ascolto un po’ di musica per darmi la carica giusta.
Hai qualche idolo particolare o qualcuno a cui ti ispiri?
Un idolo in particolare non c’è, diciamo che cerco di “rubare” un po da tutti quelli che incontro per aumentare il mio bagaglio sportivo.
La partita più difficile o quella più importante giocata?

La più difficile sicuramente la prima in serie A contro Pesaro lo scorso anno, la più importante non c’è perché per noi sono sempre tutte importanti, soprattutto quest’anno avendo l’obbiettivo della salvezza che, alla fine, purtroppo non siamo riusciti a raggiungere.
E quale il peggior avversario incontrato?
Sicuramente Borruto, troppo imprevedibile e veloce con lui ci vuole un attenzione del 110%, altrimenti è immarcabile.
Se ti guardi indietro, qual’è stata la partita in cui hai capito che ce l’avresti fatta (ad arrivare a livelli così alti)?
Guarda, non ricordo una partita singola, ma sicuramente durante il campionato di A2 ho pensato che me la potevo giocare anche ad alto livello, lì ho sentito di aver fatto un salto di qualità.
Momento più buio della tua carriera e come ci si risolleva?
Momenti bui nella carriera ne ho avuto più di uno e l’unico modo che conosco per risollevarsi è continuare a lavorare duramente, ogni giorno, per raggiungere i propri obiettivi e quelli della società.
Tra i rapporti con i tanti compagni c’è un’amicizia speciale nata sul parquet?
Amicizia davvero tante, ma una in particolare con il mio capitano, Andrea Ortisi, un rapporto che va oltre lo sport.
E se ti chiedessi un nome con cui ti piacerebbe giocare?
Potrei dirti che mi piacerebbe giocare con i più forti di questo sport, ma così sarebbe troppo facile, sono felicissimo dei miei compagni con cui, la prossima stagione, daremo tutto, ma proprio tutto, per tornare dritti dritti in serie A.

Grazie Simone e arrivederci a prestissimo sul campo!