Salvatore Toscano è uno di quei personaggi  che il futsal tricolore farebbe bene a clonare: competente, animato da passione e voglia di fare, può vantare una lunghissima militanza sui parquet del calcio a 5 italiano. Lo abbiamo incontrato a Genova per fare due chiacchiere a proposito del nuovo ruolo da DG che, da qualche tempo, ricopre all’interno della società del presidente Fortuna.

Ciao Salvatore, cominciamo con la prima domanda d’obbligo: raccontaci il tuo percorso all’interno del mondo del futsal italiano, magari cercando di fare una sintesi, viste le tantissime cose che hai fatto in tanti anni…

Beh, sì, diciamo che la mia carriera nel futsal dura da 35 anni, tantissimi, una vita… Iniziata come arbitro, carriera decennale con momenti indimenticabili come la finale scudetto (primo ligure ad arrivare a dirigere una partita così importante), 2 supercoppe e una finale di coppa Italia, continuata poi come commissario di campo per la Lega nazionale Dilettanti, da cui poi sono tornato sul parquet, questa volta come dirigente accompagnatore e addetto agli arbitri ad Asti. Anche in Piemonte anni bellissimi in cui abbiamo vinto un indimenticabile scudetti e poi 5 anni passati a fare il responsabile regionale arbitri in Liguria. Che dire, tanti ruoli, tante emozioni, ma anche la voglia di chiarire subito che il passato è solo e sempre un punto di partenza. Con questo spirito ho risposto alla chiamata del presidente Fortuna.

Chiamata che ti consente di tornare “dall’altra parte della scrivania”, per di più a casa…

Dici bene, torno a fare il dirigente dalla parte di chi il futsal lo gioca ma, soprattutto, a farlo a casa mia. E la mia passione per i colori blucerchiati non può che acuire il piacere che provo all’inizio di questa nuova avventura.

Quanto è cambiato il futsal da quando ti sei affacciato tu in questo sport?

E’ strano perché a questa domanda non ho una risposta univoca. E’ cambiato tantissimo, considerando che io ricordo le partite su teleMonteCarlo e il ruolo di “valletto” che questo sport aveva decenni fa, pur riuscendo comunque a coinvolgere nei palazzetti migliaia di persone.
Ma è anche cambiato troppo poco, ci portiamo dietro progetti decennali mai portati a termine, l’obiettivo di portare questo sport al livello di volley e basket non lo abbiamo probabilmente raggiunto. Ma la mia passione è tanta e spero di poter, nei limiti di questo nuovo ruolo, contribuire al futuro del futsal tricolore. 

Quali infine gli obiettivi tuoi e della società?

Direi che gli obiettivi, come si addice ai gruppi coesi, non possono che coincidere: fare bene, che per la Sampdoria Futsal e per me non può che significare conquistare la serie A1.